OMAGGIO A GIOVANNI PAOLO II

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Domenica 1 aprile al Cenacolo “Da un paese lontano”

Il 2 aprile del 2005 usciva dalla scena del mondo uno dei più grandi protagonisti della storia del Novecento: Giovanni Paolo II.

Incarnazione stessa dell’univesalità della Chiesa per la capacità di spaziare  dalla cura pastorale delle parrocchie di Roma ai diseredati del terzo mondo e dalla mistica alla politica internazionale, papa Wojtyla è stato anche particolarmente legato alla città di Terni.

Un legame che ha segnato l’intera storia del suo pontificato: dagli inizi (con la celebre visita del 1981) alla fine (la presa di posizione a sostegno degli operai, un anno prima di morire).

E mentre aspetta ancora di essere scoperta la lapide in acciaio in piazza Duomo realizzata in occasione dell’assegnazione, alla memoria del pontefice, del Premio “San Valentino”, la Diocesi rende omaggio a papa Wojtyla con due momenti di memoria e spettacolo. Sabato 31 marzo alle 21 nella chiesa di Santa Maria di Testaccio, la Giornata Mondiale della Gioventù  si conclude con “Tutto il cielo dentro uno uomo solo – tributo a Giovanni Paolo II”, incontro musicale con Francesco Sportelli e i Cometa che prevede musica dal vivo, immagini e testimonianze.

Domenica 1 aprile alle 17 (ingresso libero) la rassegna di cinema polacco promossa dall’Istess all’interno del progetto “Cielo e Terra” propone invece Da un paese lontano di Krzysztof Zanussi, il primo film ad essere stato dedicato alla vita di Karol Wojtyla.

Uscito nel 1981, appena tre anni dopo l’elezione a papa, il film di Zanussi racconta la vita di Giovanni Paolo II dall’infanzia fino al primo viaggio in Polonia da papa nel 1979 con cui il pontefice innescò, nel suo popolo, quella reazione a catena che avrebbe portato, dieci anni dopo, alla caduta del muro di Berlino. Girato nel 1980, proprio mentre iniziavano a Danzica, gli scioperi di Solidarnosc, il film – interpretato, tra gli altri, da Sam Neil e Jerzy Stuhr – è stato al centro di un curioso episodio di spionaggio internazionale.

“Le riprese della scena in cui i russi liberano la Polonia dai tedeschi al termine della Seconda Guerra Mondiale – racconta il regista, che ha ricevuto lo scorso ottobre il premio alla carriera del festival “Cielo e Terra” – furono girate proprio mentre quando, a causa degli scioperi, si rischiava da un momento all’altro l’arrivo dei carri armati russi e le riprese del film misero in allarme i servizi segreti americani, che attraverso i satelliti videro i carri armati entrare a Varsavia”. Fu lo stesso Zanussi a dover tranquillizzare l’ambasciatore americano spiegandogli al telefono che si trattava solo della scena di un film.

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