Cinema di dialogo e cinema di passione: le ragioni del rilancio
Popoli e Religioni Film Festival, al suo settimo anniversario, rilancia il suo messaggio di civiltà e di dialogo attraverso il cinema con un nuovo assetto e una proposta tenacemente coerente con la propria storia.
Al proficuo lavoro di sviluppo operato dalla precedente Direzione Artistica – sul terreno della qualità e della profondità dei segnali da offrire ad un territorio e ad un pubblico sempre più partecipe – questa nuova edizione vuole aggiungere e non sottrarre, centrifugare e non chiudersi in se stessa. In un momento di estrema crisi generale, sia nella sfera dei festival che in quella, ben più delicata, della vita civile del nostro paese, la scelta di rilanciare non è solo una scommessa, ma una necessità. Necessità di affermare che la Cultura è essenziale al presente e al futuro delle nuove generazioni; necessità di metterci in grado di ascoltare le voci che provengono da fuori per confrontarci su temi che oggi sembrano a noi alieni ma che domani ci coinvolgeranno. Confrontarci con l’Altro ma anche con le nostre debolezze e i nostri dubbi, su un terreno che il cinema è capace (come nessun’altra arte) di coltivare con il suo bagaglio di emozioni.
E allora ecco spuntare opere che gridano ed opere che sussurrano, film che illustrano in maniera documentaria e film che esplorano l’anima delle cose. La scelta non è stata facile, vista la “feroce” concorrenza che ci fanno festival più grandi e ricchi del nostro. Ma un buon numero di opere di rilevanza internazionale è stato assicurato al pubblico umbro.
Senza anticipare argomenti e temi che verranno declinati nelle sezioni specifiche, vale la pena sottolineare l’importanza del Focus Popoli e Religioni, quest’anno dedicato allo sguardo delle cineaste, delle artiste e delle scrittrici dell’Africa del Nord, attraverso film, documentari e una tavola rotonda – “Donne d’Oriente e d’Occidente, agenti di trasformazione” – che vuole testimoniare una realtà in continua fertile evoluzione. Una realtà straordinaria che porta con sé i germi della libertà (nei diritti, nel culto, nella vita civile) anche in mezzo a mille dubbi e a mille contraddizioni, ben sintetizzate dall’immagine-simbolo dell’edizione di quest’anno creata dall’artista Paola Luciani.
Le novità del palinsesto festivaliero ovviamente ci sono e spaziano dalle Lezioni di Cinema, di Teatro, di Musica e di Creatività al Palazzo Primavera, alle strisce di incontri artistici e letterari: “Mezzogiorno d’Autore“ (11.45) e “Il Cocktail delle Arti” (19.00) entrambi ospitati al Caffè Letterario della BTC.
In uno scenario che vede il grande Krzysztof Zanussi diventare Presidente Onorario del Festival, le serate di “Popoli e Religioni” tradizionalmente assumono un sapore intenso di cinema e di cultura: oltre alla cerimonia di premiazione a una grandissima regista italiana, Liliana Cavani, voglio segnalare un omaggio, quello al M° Luis Enriquez Bacalov, icona del cinema internazionale, Premio Oscar per “il Postino” ma anche artista d’eccezione.
Pierluigi Frassineti