LILIANA CAVANI: “FARO’ UN NUOVO FILM SU SAN FRANCESCO”

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Liliana Cavani girerà un nuovo film su San Francesco. Ad annunciarlo la stessa regista, nel corso della giornata inaugurale della settima edizione del Festival Popoli e religioni, dove ha presentato la versione restaurata di Francesco d’Assisi, il film con cui debuttò nel 1966, e il volume Tra cielo e terra – cinema, artisti e religione di Arnaldo Casali (giornalista e direttore artistico del festival) che contiene un’intervista alla regista dedicata proprio al dittico francescano.

Liliana Cavani, tornata al festival ternano cinque anni dopo aver presentato l’altro Francesco, quello girato nel 1988 con Mickey Rourke nella parte del Poverello, ha raccontato la genesi tormentata di quel primo film.

Il primo Francesco

“Era il 1966 e Angelo Guglielmi, allora dirigente della Rai, doveva produrre una celebrazione dedicata a Francesco; uno spettacolo di prosa, da mettere in scena dentro uno studio di via Teulada, e me ne parlò. Io gli dissi subito: non mi interessa né lavorare in studio, né la figura di San Francesco. Venivo da una famiglia che dire laica è poco e Francesco d’Assisi mi interessava soltanto come poeta. Poi però, per curiosità avevo voluto leggere una biografia di Francesco e mi capitò in mano quella scritta da Paul Sabatier, che per me è tra le migliori. Non è un testo agiografico ma un vero romanzo di formazione. Rimasi stupefatta dall’attualità e dalla modernità di questa figura, perché la sua era una rivoluzione generazionale, e per questo sempre attuale. Così ho detto a Guglielmi: facciamone un film a basso costo”.

“Il budget che ci misero a disposizione era di soli trenta milioni di lire, ovvero il costo che era preventivato per la trasmissione televisiva. Fu il mio primo film, ma fu anche il primo film in assoluto della televisione italiana. Ebbe la fortuna di essere invitato a Venezia, dove allora non c’era ancora una sezione giovani. In quell’anno – il 1966 – a Venezia c’era in concorso La prise de pouvoir par Louis XIV di Roberto Rossellini che ebbe molto successo e vinse il Leone d’oro. Questo film bellissimo e il mio vennero considerati i due veri eventi del Festival. Mi fecero varie interviste insieme a Roberto Rossellini: il grande maestro del cinema italiano e la giovane debuttante. Era simpaticissimo e ricordo che mentre aspettavamo che posizionassero le luci mi raccontava aneddoti spiritosi sulla lavorazione dei suoi film e su Francesco giullare di Dio”.

“In seguito, a causa di questo film – che diventò il film del dissenso cattolico – fui bollata come cattolica cripto-comunista. Allora si davano sempre etichette a destra come a sinistra. Era impossibile capire o credere che una persona fosse semplicemente libera di testa. Poi hanno detto che il mio film ha anticipato il ’68 e del resto in effetti io immagino il movimento francescano un po’ come quello sessantottino”.

Il film, racconta la Cavani, la avvicinò alla Primavera di Praga. “Dopo Venezia fui invitata a presentare il mio film a Praga dal gruppo di intellettuali di “Carta 90”. Era il periodo della famosa Primavera di Praga: si erano liberati dell’occupazione dei russi e vivevano nell’ebbrezza della libertà, che però durò poco. Nel ’68 a Praga arrivarono i carri armati sovietici. La festa era finita. Non ho mai saputo cosa accadde a tanti intellettuali che avevo conosciuto, eccetto Milos Forman, che andò in America e lo rividi a New York 10 anni dopo”.

Il secondo Francesco

21 anni dopo quel successo, Liliana Cavani è tornata a raccontare la storia di Francesco d’Assisi in un film.

“Con il primo film mi resi conto in realtà di avere soltanto avviato una riflessione su Francesco. Avevo lacune, acerbità e resistenze. Per esempio, non ero riuscita a raccontare l’episodio delle stimmate. La seconda volta mi sono detta: ci provo e se funziona tengo la scena, altrimenti la tolgo. Abbiamo realizzato un unico piano sequenza, con due macchine. Non potevo fare altro. Non potevo controllare i gesti delle mani e l’espressione del viso. Ho potuto soltanto parlarne con Mickey, esprimergli il significato per Francesco di quell’evento. Un significato grande; una risposta più grande di quella che si aspettava. Mickey ha capito. Ci siamo commossi mentre giravamo quella scena, e ci siamo commossi poi rivedendola in proiezione”.

Il terzo

Liliana Cavani ha realizzato due biografie su Francesco d’Assisi a distanza di vent’anni, esattamente come Tommaso da Celano, il primo e più importante biografo del santo. Tommaso da Celano, però, ha fatto notare il direttore artistico del festival Arnaldo Casali, ha scritto anche una terza biografia, il Trattato dei miracoli. Potrebbe farlo anche la regista emiliana?

Liliana Cavani ha risposto che, effettivamente, sta pensando di girare un terzo film sulla figura di Francesco, e dopo aver sentito parlare – durante l’inaugurazione ufficiale del festival – dei talenti artistici del territorio ternano, ha detto che potrebbe girare proprio a Terni il nuovo film.

La troupe – ha affermato – potrebbe fare base nella città dell’acciaio, che si trova in posizione strategica tra Roma e l’alta Umbria, dove il film sarebbe ambientato. Un film che potrebbe rilanciare anche il polo cinematografico umbro – ha sottolineato il vescovo Vincenzo Paglia, ideatore del festival – che dopo i successi di La vita è bella e delle fiction sta attraversando un momento di stagnazione.

Con il nuovo film, ha spiegato ancora la regista, vorrebbe concentrare l’attenzione sul rapporto di Francesco con Elia da Cortona, prima vicario e poi ministro generale dopo la sua morte del santo.

FRANCESCO D’ASSISI PATRONO DEL DIALOGO

La proiezione di Francesco d’Assisi di Liliana Cavani è inserita all’interno di uno spazio dedicato ogni anno alla figura di Francesco d’Assisi, patrono del dialogo interreligioso e quindi principale punto di riferimento del festival e che ha visto la proiezione di film su Francesco abbinati ad incontri con l’autore, dibattiti, presentazione di progetti (come il cammino francescano degli architetti Struzzi e Leonelli), e recital (Il giullare di Assisi con Francesco Salvi e Fabio Bussotti).

Il focus – avviato nel 2006 con Francesco di Liliana Cavani (uscito nel 1989) – ha visto nel 2007 l’anteprima assoluta di Il giorno, la notte. Poi l’alba di Paolo Bianchini, nel 2008 Francesco d’Assisi di Michael Curtiz (1964), nel 2009 Frate sole di Mario Corsi e Ugo Falena (1918) e nel 2010 Francesco giullare di Dio di Roberto Rossellini (1950)

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