Ottant’anni da attore. Incontro con Nino Manfredi
EVENTO FUORI PROGRAMMA
Mercoledì 21 Novembre – Cityplex Politeama – ore 22.30 – proiezione del documentario
Regia: Luca Manfredi; a cura di Gianni Canova; fotografia: Roberto Benvenuti; montaggio: Massimo Fiocchi; origine: Italia; produzione: CSC; durata: 52′, anno (2002)
«Attraverso una lunga intervista realizzata su un barcone ormeggiato alle rive del Tevere e integrata con materiale di repertorio, testimonianze di amici e colleghi, brani, sequenze di film e immagini girate in ambito domestico e familiare, il ritratto mira a ricostruire non tanto le tappe di una carriera, quanto le peculiarità distintive di uno stile e le modalità di espressione di una pratica dello spettacolo assolutamente originale. Accanto al personaggio-tipo che Manfredi ha interpretato per il cinema nella commedia italiana degli anni ’60 e ’70 (il piccolo-borghese con radici provinciali e campagnole, poco smaliziato di fronte ai trabocchetti della vita, fatalista e scettico di fronte al nuovo ma capace di affrontare ogni novità con il sorriso dell’ironia), il ritratto mira a far emergere comunque l’uomo: con il suo carattere non sempre facile ma comunque affascinante, con le sue passioni dichiarate (la cucina, il caffè…), con il suo gusto dell’affabulazione, con i suoi forti legami familiari e con una visione della vita improntata a una coerenza che non è mai venuta meno» (Canova). «Ottant’anni da attore. Credo sia il titolo più giusto che si potesse dare a questo videoritratto, che ripercorre […] gli ottant’anni di vita di un uomo semplice e al tempo stesso assai complesso come mio padre, Saturnino Manfredi (in arte Nino) da Castro dei Volsci, piccolo paese della Ciociaria. È un titolo che la dice lunga sulla camaleontica personalità di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al “mestiere” della recita, della rappresentazione, della fantasia, fino a confondere lui stesso quel confine sottile, ambiguo, a volte indistinguibile, che c’è tra realtà e finzione. Insomma, una vita vissuta come fosse un grande palcoscenico. Non a caso, anche il giorno della discussione della tesi di laurea in Giurisprudenza, Nino ha finito per recitare un pezzo di teatro di Goldoni, convincendo la commissione d’esame che non avrebbe mai e poi mai fatto l’avvocato. Se qualcuno mi chiedesse a bruciapelo chi è mio padre, non saprei cosa rispondere. E sono convinto che non saprebbe rispondere nemmeno lui. Nino si racconta solo attraverso i suoi film, i suoi personaggi, le sue storie. Nino è così. Per dirla con una parola, Nino è un attore» (Luca Manfredi).