BASSETTI: L’ECCE HOMO NON PRENDE LA SPADA IN MANO MARIA: VIVA GRAZIE AL FESTIVAL
“Uno spiraglio per ricostruire il dialogo”: così il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha definito il festival Popoli e Religioni intervenendo all’inaugurazione di sabato pomeriggio al Cityplex Politeama, all’indomani dell’attentato di Parigi.
“E’ con il dolore nel cuore che inauguriamo questa edizione del festival”, sono state le parole di Stefania Parisi, direttore dell’Istess, che ha aggiunto: “La scelta da fare è quella dell’educazione e della cultura”.
Anche la Presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha espresso la vicinanza alla Francia, sottolineando come anche “attraverso la cultura, anche cinematografica, è possibile costruire un nuovo ordine del mondo basato sulle diversità. I film ed i dibattiti hanno la capacità di farci interrogare sul tempo presente”.
Il vescovo, padre Giuseppe Piemontese, ha ricordato che il festival vuole favorire l’incontro tra culture, per crescere insieme con ciò che hanno in comune, attraverso lo scambio di opinioni e di storie.
Ma è stato l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti il cuore della inaugurazione: “Lasciatemi dire con dolore profondissimo che i drammatici attentati di ieri sera si collocano nella categoria del disumano” sono le prime parole pronunciate dal cardinale, che ha poi proseguito spiegando come le grandi religioni monoteiste partano dalla concezione di un Dio misericordioso e questa follia terroristica non può avere nessuna giustificazione religiosa. “Il volto della morte dell’innocente è anche il volto di Gesù Cristo”, così il cardinale ha voluto richiamare la figura dell’Ecce Homo, il Cristo mite che è esempio altissimo di umanesimo: rappresenta l’umanità ferita, ma anche che si dona, che ama.
“Sono viva grazie al festival” commenta Maria Lis, studentessa della scuola internazionale di cinema di Parigi, arrivata a Terni proprio poche ore prima dell’attentato per realizzare un documentario su Popoli e Religioni.
“Abito proprio in una delle vie colpite dai terroristi, e alcuni miei amici erano andati nel teatro dove è scoppiata la bomba. Se non fossi venuta in Italia per il festival forse oggi sarei morta. Non riesco ancora ad avere notizie dei miei amici e dei miei colleghi”.
I VENT’ANNI DEL CAFFE’ IN PARADISO
La serata della prima giornata del festival ha celebrato il ventennale della pubblicità Lavazza ambientata in paradiso. Ospiti d’eccezione Alessandro D’Alatri, regista e Mauro Mortaroli, direttore creativo della campagna pubblicitaria, che hanno raccontato al pubblico come è nata l’idea dell’ambientazione in paradiso e svelato alcuni simpatici retroscena.
“Ho immaginato che se un italiano avesse avuto il premio di andare in paradiso e non avesse trovato là qualcosa a lui cara, come il caffè, avrebbe rotto le scatole”, ha raccontato divertito Mortaroli. D’Alatri ha aggiunto: “C’erano molte paure ad affrontare il tema del paradiso e quindi della morte, ma poi abbiamo pensato che di là c’è una vita migliore e per esorcizzare la paura più grande dell’umanità abbiamo scelto la strada più semplice: dialogare sull’argomento”. Poi ancora Mortaroli: “Una delle cifre stilistiche stabilite da noi è che tutti vanno d’accordo in paradiso; c’è un’umanità che ha raggiunto la pace”. Inoltre mi sono accorto che senza la figura di San Pietro il paradiso non esiste, perché con lui non valgono le regole della terra, dove si può far tutto”. Per finire il regista ha ricordato che non essendo possibile al tempo utilizzare la tecnologia digitale, l’ambientazione era stata costruita interamente come una grande scenografia all’interno del famoso teatro 5 di Cinecittà: proprio il teatro utilizzato dal grande Fellini per le riprese dei suoi film.
LILIANA CAVANI E IL VESCOVO FRANCESCANO PIEMONTESE RACCONTANO IL RAPPORTO TRA FRANCESCO D’ASSISI E L’ISLAM
SARA SERRAIOCCO VINCE IL PREMIO PER LA MIGLIORE ATTRICE CON “FRANCESCO”
A quattro anni dall’annuncio, sul palco di Popoli e Religioni, di una terza pellicola dedicata a Francesco d’Assisi, Liliana Cavani ha finalmente presentato il film, trasmesso lo scorso dicembre su Raiuno. “Francesco – ha detto – è un giovane aperto alla vita e alla conoscenza, che per convertire gli altri sente che prima di tutto occorre convertire se stesso”. Nel corso della serata il vescovo Giuseppe Piemontese, frate francescano ed ex custode della Basilica di Assisi, ha consegnato l’Angelo di Dominioni come Migliore attrice a Sara Serraiocco, per la sua interpretazione di Chiara.
ZANUSSI E TOGLIANI: VORREMMO LAVORARE INSIEME
MARTEDI E GIOVEDI SI REPLICA “HISTOIRE DE JUDAS”
DI RABAH AMEUR-RAMECHE
A chiudere la giornata di domenica, il cortometraggio in concorso L’uomo volante di Adelmo Togliani con Bianca Guaccero e il film Corpo estraneo di Krzysztof Zanussi, presidente onorario del Festival Popoli e Religioni.
Togliani ha ricordato suo padre Achille e raccontato aneddoti sulla sua storia d’amore con Sophia Loren: “Ho lavorato con lei nella fiction Una casa piena di specchi in cui lei interpretava sua madre e io mio padre”. L’uomo volante – ha annunciato – diventerà un film, le cui riprese inizieranno nel 2016. Una caratteristica del festival Popoli e Religioni – ha sottolineato il direttore artistico Arnaldo Casali – è d’altra parte da sempre quella di presentare non solo anteprime, ma anche progetti di film ancora da girare. Era successo – peraltro – proprio con il film di Liliana Cavani, e con lo stesso film di Zanussi, che rappresenta lo sviluppo di un film tv presentato in anteprima nazionale al festival di Terni nel 2009. Altro cortometraggio destinato a diventare un film èLa mia famiglia a soqquadro di Max Nardari, protagonista dell’evento di sabato prossimo a cui interverranno, tra gli altri, anche Eleonora Giorgi, Ninni Bruschetta, Marco Cocci, Bianca Nappi ed Elisabetta Pellini.
“Proiettare il mio film davanti al maestro Zanussi, per me, è un sogno che si realizza” ha detto Togliani. Il presidente del festival, da parte sua, ha apprezzato molto il corto dell’attore e regista romano e sembra che possa ripetersi quanto già avvenuto nel 2006, quando Zanussi conobbe al festival l’attore Riccardo Leonelli, protagonista del film Corpo estraneo, coproduzione italo-polacco-russa, non ancora distribuita in Italia e presentata a chiusura di una lunga giornata che ha visto anche la proiezione del film inconcorso Histoire de Judas di Rabah Ameur-Zaimeche, pellicola francese diretta da un regista arabo, che sarà replicata martedì 17 novembre e giovedì 19 alle 19 al Cityplex Politeama.
MARTEDI 17 LUCILLA GALEAZZI CONSEGNA L’ANGELO
ALLA CARRIERA AD ASCANIO CELESTINI E PROIEZIONE
DI “VIVA LA SPOSA”
E’ in programma per martedì 17 novembre alle 21 un altro dei momenti principali dell’undicesima edizione del festival: la consegna dell’Angelo alla carriera ad Ascanio Celestini, che vedrà la partecipazione di Lucilla Galeazzi, tra le più importanti esponenti della musica folk a livello internazionale, che con Celestini realizzò lo spettacolo Sirena dei mantici dedicato alle acciaierie di Terni.
“Non appartengo a nessuna Chiesa, né religiosa né politica. Non credo in nessun pensiero istituzionalizzante. Non credo in un unico Dio e non è un problema per me crederci o non crederci”.
Scrittore, attore, regista, documentarista, cantante, ma soprattutto raccoglitore di storie e affabulatore, Ascanio Celestini – romano classe 1972 – è diventato in pochi anni uno dei più importanti esponenti in Italia del teatro di narrazione, ma ha esplorato anche il mondo della radio, della musica, della televisione e del cinema, sia come regista (La pecora nera, tratto dal suo spettacolo teatrale nel 2010 e Viva la sposa, che sarà presentato al festival Popoli e Religioni) che in veste di attore in film come Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, dove interpreta un prete.
Dai suoi testi emergono frammenti di storia italiana, micro-vicende e ricordi personali, ma anche una vera e propria “teologia atea” in cui il sacro assume forme grottesche, surreali e solo apparentemente irriverenti. Per questo il festival ha deciso deciso di assegnare proprio a lui, quest’anno l’Angelo alla carriera del festival Popoli e Religioni.
“Quello che mi interessa è soprattutto il fatto che il Dio creatore non c’è più. Questa cosa mi affascina molto: ammesso che ci sia stato, adesso quel Dio non crea più. E’ una sorta di silenzio del trascendente che è un po’ quello che ci troviamo a vivere quotidianamente. E’ qualcosa su cui riflettere: anche se Dio esistesse, noi non siamo nelle mani di Dio. Forse siamo nelle nostre mani e questo non è un voler togliere la responsabilità a lui quanto un dover assumerla noi. Quindi Dio può anche essere mascherato da Paperinik e stare al supermercato. In quella scena Dio dice: ho smesso di creare le cose e ho iniziato a viverle da dentro. Che è poi il passaggio che facciamo spesso anche noi nella nostra vita; smettiamo di vedere le cose da fuori e iniziamo a vederle da dentro”.
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