ASCANIO CELESTINI ANGELO ALLA CARRIERA

661

Serata d’eccezione quella di martedi, per il festival e per Terni, che hanno avuto l’occasione di conoscere veramente da vicino uno degli attori ed autori più singolari del momento, Ascanio Celestini.

L’artista romano è stato, infatti, premiato con l’angelo alla carriera dal festival, che ha voluto fargli consegnare il premio da una grande artista ternana, Lucilla Galeazzi, cantante folk di fama internazionale, che proprio insieme a Celestini realizzò lo spettacolo Sirena dei mantici, sul tema delle acciaierie di Terni.

La cantante ha regalato al pubblico del festival un momento musicale molto apprezzato, interpretando e spiegando due brani della cultura popolare, ed ha poi raccontato come ha conosciuto Celestini, sentendolo alla radio che recitava dei brani in cui parlava della storia e dei nomi della gente di Terni. E’ stato così che la cantante ha proposto all’attore di collaborare: “Senti, quella storia devi venire a raccontarla a Terni”, gli ho detto, “Mettiamo insieme tante cose dell’esperienza ternana, e da lì è nato Sirena dei mantici, che poi è stato messo in un disco i cui proventi abbiamo deciso di darli a quei lavoratori che non avevano più uno stipendio”.

Poi è salito sul palco Celestini che ha spiegato come l’artista deve saper fare bene il suo mestiere, come ogni altro: “Il teatro non è una cosa che sta nella testa ma una cosa che sta più negli occhi nel naso e nella bocca e in tutti i sensi”. E poi ha continuato davanti ad un pubblico divertito e partecipe: “L’arte è qualcosa di molto semplice e di molto articolato: la semplicità sta nel fatto che non è differente dal mestiere che fa un gommista o un meccanico, l’articolato sta nel fatto di farlo bene come lo fa un bravo gommista o un bravo meccanico. Certe volte gli artisti devono cercare di farlo un po’ meglio perché ci sono queste persone tristi che dicono che con l’arte non si mangia, che tanto l’arte non serve. E invece serve, perché poi le persone ci stanno a seguire queste storie, anzi oggi più che in passato”.

Translate »